Laboratorio di Moda Artigianale

mercoledì 16 febbraio 2011

tecniche per una lobotomia di massa

Riproduco pari pari l'articolo dell'Emetico pubblicato su Konrad di febbriao

Nell’ottobre del 1959, lo sceneggiatore, romanziere e giornalista Ennio Flaiano scrisse una mini-mini commedia con tre personaggi che, con un anticipo di cinquantun anni, si riferiscono all’Italia attuale. Eccola. A: Sinceramente, le piace la merda? B: Ogni tanto, per cambiare. A: Errore. Bisogna mangiarla sempre. Ogni tanto, disgusta. C: Venite, la merda è in tavola. Un decennio dopo, nel 1970, Flaiano fece una profezia comica e agghiacciante: “fra trent’anni gli italiani saranno come li avrà fatti la televisione”. E pensare che (morendo nel 1972) non fece in tempo a vedere Colpo grosso, gli spogliarelli delle casalinghe, Porta a porta, i rutti e i pianti in diretta, Amici, le ragazze che esistono solo se scosciate, Grande fratello, i politici analfabeti che insultano i docenti universitari, il TG1 di Minzolini, gli sproloqui di gente che parla parla ma nulla sa, il TG4 di Fede, la pubblicità a fiumi ad ogni ora, Kalispera di Signorini e mille e mille altri bocconcini simili. È più o meno dal 1980, quando arrivarono le televisioni private o commerciali, che gli italiani sono
bombardati da tonnellate di diserbanti delle cellule cerebrali, napalm che distruggono la decenza, gas nervini che capovolgono la realtà, veleni che paralizzano l’intelligenza, tossine che impartiscono il comando subliminale “tu sei
ciò che consumi, tu vali solo se appari, tu sei ciò che consumi, tu vali solo se appari”. Il risultato è stato devastante: in trent’anni, ci siamo de/evoluti, sempre più brutti e cattivi, ignoranti e maschilisti, cinici e creduloni, disperati e nervosi, smidollati e cafoni. Esagero? In queste settimane, l’Italia è in preda a una crisi politica e morale senza precedenti nei paesi occidentali e la punta del liquamoso iceberg è il presidente del Consiglio accusato (tra l’altro) di aver fatto corrompere giudici e di aver pagato prostitute minorenni.
Ma ascoltare le parole dei passanti intervistati è penoso. Ammicchi e risatine, “eh...lui che può...”, complicità maschile, “magari io...” e giù strizzatine d’occhio. Oppure indifferenza zuppa di “ma se lo fanno tutti...”. O ancora timore di esprimersi: “non mi interesso di politica”.
Disse Martin Luther King: “peggio delle azioni degli uomini
malvagi è il silenzio delle persone oneste”

L’Emetico
e.

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